Porto franco
AGRICOLTURA
BIODINAMICA
di Franco Battaglia
La Regione Emilia-Romagna
patrocina - coi soldi delle
nostre tasse - gli operatori del
settore dell'agricoltura
biodinamica. Costoro, per
giustificare l'acquisizione di
denaro pubblico, ci informano che
gli scopi di questa agricoltura
rivoluzionaria sono, manco a
dirlo, quelli di avere una
"terra più fertile, sementi
migliori e prodotti alimentari
sani". Essi si
raggiungerebbero - ci dicono -
non con "applicazione di
concetti ed esperienze derivate
dall'approccio sperimentale della
chimica e della fisica di
laboratorio", ma
"seguendo gli insegnamenti
filosofici di tale Rudolf
Steiner, che divulgò nuovi punti
di vista attraverso cui guardare
ai fenomeni della Natura. Un
secolo fa, Steiner gettò le basi
per una concezione dell'azienda
agricola che fosse in relazione
con l'ambiente circostante, con
la Terra intera e con il cosmo
dei pianeti e delle
costellazioni. In biodinamica,
una pianta è un organismo
vivente così come lo è
l'azienda agricola, il pianeta, e
il sistema planetario".
Incuriosito dalla costosissima
influenza della Via Lattea sul
fagiolino biodinamico (che mi
viene perciò venduto a prezzo
doppio di quello tradizionale),
chiedo lumi all'amico Silvano
Fuso, che ha pubblicato un libro
(presentato da Piero Angela) di
cui mi permetto di suggerire
vivamente l'acquisto, soprattutto
agli studenti: "Realtà o
illusione?" (Edizioni
Dedalo).
Caratteristica dell'agricoltura
biodinamica è l'adozione di
pratiche decisamente bizzarre e
senz'altro più vicine alla magia
che non all'agricoltura
razionale. Ad esempio, una
pratica ritenuta di fondamentale
importanza consiste nello
spruzzare il terreno
con"preparati
biodinamici", ottenuti da
letame, polvere di quarzo o
sostanze vegetali, in diluizione
omeopatica. Questo significa che
vengono utilizzate diluizioni
talmente spinte che nel preparato
finale non rimane più nessuna
traccia della sostanza di
partenza.
Inoltre l'irrorazione del terreno
con tali preparati deve seguire
un vero e proprio rituale
paganoide, come movimenti
circolari, tempi determinati,
etc. E nel massimo rispetto
delle"forze cosmiche":
si ritiene che la buona riuscita
di una coltura dipenda dalla
posizione degli astri, e viene
pertanto rispettato rigorosamente
un calendario i cui fondamenti
sono molto simili a quelli
dell'astrologia. L'energia
vitale, cui fanno costante
riferimento i cultori di questa
pratica, è un tipico concetto
pseudoscientifico, retaggio di
una cultura prescientifica e
assolutamente privo di ogni
fondamento. Prive di fondamento
risultano pure le presunte prove
della sua esistenza, rilevabile -
dicono - con la
"cristallizzazione
sensibile", una tecnica
secondo cui sarebbe possibile
individuare il grado di energia
vitale osservando la forma dei
cristalli ottenuti facendo
evaporare una soluzione di una
determinata sostanza. Ma il
processo di cristallizzazione è
in buona parte casuale e
pretendere di misurare la
presunta "energia
vitale" osservando la forma
dei cristalli non è molto
diverso dal pretendere di predire
il futuro osservando la
disposizione delle foglie del tè
in fondo ad una tazza. La
presunta "energia
vitale" si esprimerebbe,
pare, anche con l'emissione di
cosiddetti "biofotoni",
altro gioiello di fantasia
pseudoscientifica.
In verità, non esiste neppure la
necessità di fornire
un'interpretazione delle
differenze tra i prodotti delle
agricolture biodinamica e
tradizionale, poiché tali
differenze non sono mai state
dimostrate. O meglio - osserva
Fuso - una differenza c'è: se
l'agricoltura di tutto il pianeta
venisse convertita in biodinamica
e biologica la fame nel mondo
aumenterebbe.
Intanto, da noi aumenta il costo
dei prodotti agricoli: se 50 anni
fa l'incidenza della spesa per la
nutrizione di un italiano era del
30%, oggi siamo a meno del 20%.
E' più che un sospetto che
l'obbiettivo di alcuni operatori
agricoli sia quello di riportare
quell'incidenza al 30%, mediante
la diffusione di prodotti che,
venendo fraudolentamente
spacciati come prodotti di
migliore qualità, vengono
venduti a prezzi gonfiati. E non
basta non acquistare questi
prodotti per mantenerci entro
l'attuale 20%, visto che ci pensa
la Regione a versare nei conti
bancari dei produttori bio-qua e
bio-là, nostro malgrado, il
denaro delle nostre tasse.
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