|
|
|
di Alberto Laggia e
Luciano Scalettari |
INCHIESTA
LOCCULTISMO INVADE LA TV. E SI MOLTIPLICANO
LE RICHIESTE
DI INTERVENTO
COME TI TOLGO
IL MAGO DAL VIDEO
In
realtà basterebbe applicare le leggi, ma quasi
nessuno lo fa. Anche perché la
"telemagia" è un grande affare: per i
maghi, e per le emittenti che li ospitano a
pagamento.
Il
videomago fa discutere, finalmente. Dopo anni di
battaglie delle associazioni che combattono il
fenomeno delloccultismo, cè voluta Striscia
la notizia per creare "il caso". E
più duno.
A novembre scorso
ha preso di mira il mago Brahaman, che proponeva
intrugli antitumorali attraverso ampi spazi
pubblicitari concessigli da Teleserenissima. E
pochi giorni fa ha "pizzicato" Bonolis,
il quale aveva invitato a Domenica in la
maga Casalino, sedicente medium che millantava di
parlare con i defunti.
Episodi clamorosi,
che nel caso Bonolis stanno anche sfociando in
denunce e querele. In ogni caso, hanno riportato
allattenzione un fenomeno grave e diffuso:
la Tv, la carta stampata e la pubblicità fanno
da amplificatore ai "ciarlatani" (così
li definisce la legge), che millantando poteri
straordinari spillano denaro ai clienti, e
talvolta li rovinano.
«È una
situazione che denunciamo da anni», dice
Giovanni Panunzio, fondatore del Telefono
Antiplagio. «Abbiamo presentato migliaia di
esposti e denunce per arginare gli illeciti dei
maghi. E su queste recenti vicende cè
qualcosa da aggiungere: il mago Brahaman comprava
gli spazi in una Tv di proprietà di Luigi Garbo,
che è consulente del ministro delle
Comunicazioni Gasparri».
«Quanto a Striscia
la notizia», continua Panunzio, «suggeriamo
loro di non guardare solo in casa Rai, ma anche
nella propria: le pagine 640 e seguenti di
Mediavideo, il teletext delle reti Mediaset, sono
un susseguirsi di pubblicità di maghi e
occultisti di ogni genere. Pubblicità quantomeno
ambigue. In alcune cè un numero verde
gratuito, ma se lo si chiama si viene rinviati a
un "899" a pagamento. Labbiamo
provato: si arriva a pagare 111,60 euro. Forse Striscia
dovrebbe denunciare anche questo, e dire con
chiarezza che esiste una norma chiara in materia
che vieta del tutto il mestiere di ciarlatano,
ossia tutto ciò che ha a che fare con magia e
occultismo. Se è una legge dello Stato, perché
non viene fatta rispettare?».
Già, perché? La
normativa in questione è nel Testo unico delle
leggi di pubblica sicurezza, allarticolo
121, e relativo regolamento di applicazione. Non
solo, nel 1994 il primo Governo Berlusconi ha
emanato un decreto legislativo che inasprisce le
sanzioni nei confronti dei ciarlatani. Insomma,
si possono comminare pesanti multe ai maghi e
chiudere i loro studi. Ma nonostante siano
attività illecite, non solo ci sono in attività
22.000 maghi e il loro giro daffari è di
550 milioni di euro (come risulta dal
"Rapporto 2003" dello stesso
Antiplagio), ma viene permesso agli occultisti di
farsi pubblicità in tivù e sui giornali, come
pure sulle Pagine Gialle e sulle Pagine
Utili.
Ecco la risposta
della Seat Pagine Gialle, che ospita 420
inserzioni di maghi sotto la categoria
"Astrologia, cartochiromanzia e
occultismo": «Più di una sentenza in
merito considera le attività di mago, cartomante
e persino di sensitivo "indifferenti"
rispetto alla legge. Pertanto, non cè per
noi alcun ostacolo legale alla pubblicizzazione
di questo tipo di professione, anzi siamo
costretti a farlo, purché tra le prestazioni
dichiarate dalloperatore esoterico non vi
siano evidenti esagerazioni e ciarlatanerie. In
base a questo principio, infatti, abbiamo
scremato i nostri clienti: le richieste erano
migliaia».
In altre parole:
se il mago ti fa solo i tarocchi o toglie il
malocchio, per Seat va bene; se ti promette di
parlare col tuo caro estinto o di guarirti da
mali incurabili, lo scarta.
Simile la risposta
delle associazioni che riuniscono le emittenti
televisive. «Potrei cavarmela con una battuta:
se cè una legge, la si faccia rispettare,
non prendetevela con noi», dice Filippo
Rebecchini, presidente della Frt (Federazione
radio televisioni, che rappresenta Mediaset, Sky,
La7 e altre 120 emittenti locali). «Ma il tema
è serio, occorre uscire dallambiguità: si
punta lindice sulle Tv locali, quando basta
aprire Televideo Rai per constatare che il
servizio pubblico ospita analoghe inserzioni. Non
solo: abbiamo ripetutamente chiesto, da anni, a
ministri di destra e di sinistra di intervenire
sugli abusi. Non è mai accaduto nulla. Tuttavia,
in Federazione la presenza dei maghi è un
fenomeno residuale: sono poche le emittenti che
ancora li ospitano».
La
"battaglia del telecomando"
«La Frt», spiega
ancora Rebecchini, «sta pressantemente invitando
i soci a non concedere più spazi. Daltro
canto, gli imprenditori televisivi si rendono
conto che si deve andare verso un prodotto
televisivo di qualità. Per essere vincenti nel
caotico mercato italiano, che conta 600
emittenti, devi essere una Tv familiare, cioè
vincere la "battaglia del telecomando":
ottenere che la tua emittente venga memorizzata
subito dopo i canali nazionali. Se ospiti i maghi
o le linee erotiche, di certo un padre di
famiglia ti mette in fondo alla lista».
Marco Rossignoli
rappresenta laltra grande associazione di
televisioni, la Aeranti-Corallo, 306 emittenti,
tra le quali una cinquantina di matrice
cristiana. «Le nostre Tv cattoliche», dice,
«non hanno mai dato spazio né ai numeri erotici
né a quelli magici, e anche fra le altre ne
viene concesso sempre meno. Va detto, però, che
finora per molte piccole emittenti
lalternativa è stata concedere pubblicità
ai maghi e alle linee erotiche o chiudere».
«Ma la situazione
migliorerà», aggiunge Rossignoli. «La legge
Gasparri contiene novità importanti: chi non
rispetterà il codice di autoregolamentazione
sulle televendite magiche (del 2002, ndr)
si vedrà decurtare i contributi pubblici. Lo
stesso vale per chi viola il Codice di tutela dei
minori. Si assisterà a una rapida riduzione di
questi spazi: il contributo pubblico per il 2004
sarà di 99,8 milioni di euro. Le emittenti ci
penseranno due volte prima di perderlo. Ci vorrà
tempo, ma credo che alla fine maghi e pornografia
saranno messi alla porta».
Ma, intanto, come
difendersi dalle sirene televisive? «Segnalando
e denunciando», risponde Francesco Castellotti,
coordinatore del progetto "Allarme
ciarlatani" di Federconsumatori e autore del
manualetto Attenti al mago.
Mettere
il "bollino rosso"?
«Il prodotto
magia è fasullo, per cui la sua pubblicità è
ingannevole. Gli strumenti per colpirla ci sono:
Autorità garante della concorrenza e del
mercato, Codice di autodisciplina pubblicitaria e
Codice di autoregolamentazione in materia di
televendite, il cui Comitato di controllo è
però composto da 12 membri nominati dal ministro
delle Comunicazioni, di cui sei provenienti dal
ministero e sei espressione delle emittenti,
escludendo i rappresentanti dei consumatori. Il
problema è che non vengono rispettate nemmeno le
norme che si sono sottoscritte, a iniziare da Rai
e Mediaset». Castellotti lancia una proposta:
perché non mettere il "bollino rosso"
in video anche per la telemagia?
Il connubio
magia-pubblicità è il tema di una pubblicazione
dellAris (Associazione ricerca e
informazione sulle sètte) del Veneto, Il
proiettile magico. Wanna Marchi e
limprenditoria magica moderna, tesi di
laurea di Tommaso Venturini: «La richiesta di
telepromozioni è tale che alcune Tv locali
vivono quasi solo della vendita di tali spazi».
«Certe Tv», conferma Silvana Radoani,
psicologa, esperta di culti magici e satanici,
«occupano il 70 per cento del palinsesto
giornaliero con trasmissioni di questo tipo. E i
costi delle telepromozioni magiche sono i più
elevati. Una maga mi confessava che per
mezzora di trasmissione in
unemittente emiliana, nel 2003, ha speso
3.000 euro».
Ospiti
dei salotti televisivi
I discussi servizi
teletext, afferma Venturini nella sua ricerca,
hanno raggiunto nel 2001 un fatturato di 2.800
milioni di euro, con una crescita del 64 per
cento rispetto al 2000. «Una performance eccezionale.
Un successo a cui loccultismo ha
contribuito non poco».
Tuttavia, non di
sole televendite vive il mago. «Non cè
soltanto il problema degli spazi pubblicitari, ma
anche le interviste a questi personaggi, gli
inviti ai salotti tv, le "bufale" che
presentano come notizie fatti paranormali»,
spiega Silvano Fuso del Cicap (Comitato per il
controllo sulle affermazioni del paranormale).
«È molto più grave quando il mago entra negli
spazi dellinformazione o
dellintrattenimento, perché gli si dà una
patente di credibilità. Lo scivolone di Bonolis
è solo lultimo di una lunga serie: occorre
più responsabilità, perché questi personaggi
senza scrupoli spesso provocano sofferenze
terribili».
Alberto Laggia e Luciano
Scalettari
GASPARRI:
«IL MIO CODICE VA BENISSIMO» Maghi, ciarlatani e
indovini non si oscurano dalle
televisioni a colpi di censura, ma con
regole chiare e leggi da rispettare.
Questa è
la posizione del ministro delle
Comunicazioni Maurizio Gasparri. Che in
questa intervista precisa così il suo
pensiero.
«La
strada da percorrere è quella che è
già stata intrapresa con il Codice di
autodisciplina che il mio ministero e le
emittenti televisive nazionali e locali
hanno sottoscritto nel 2002. Altre vie
alternative sarebbero ambigue e
pericolose: ad esempio, conoscere e
giudicare in via preventiva i palinsesti
delle televisioni vuol dire esercitare un
potere di censura che è contrario alla
mia mentalità e alla mia cultura. Se
unemittente commette specifiche
violazioni al Codice penale, deve essere
perseguita dalla magistratura».
- In
questi mesi imperversano sempre
più, in televisione e sui
giornali, gli spazi pubblicitari
di astrologi, cartomanti,
guaritori e affini. Apparizioni
di questi personaggi non sono
affatto sporadiche perfino nelle
reti pubbliche e in quelle di
Mediaset. Lattuale
normativa legislativa forse non
basta?
«Il
decreto del 26 maggio 1998, che contiene
disposizioni sui servizi audiotex,
riconosce la legittimità dei servizi di
astrologia e di cartomanzia. Per evitare
il verificarsi di situazioni aberranti,
allatto del mio insediamento, quale
titolare del ministero delle
Comunicazioni, ho incaricato la
Commissione per lassetto del
sistema radiotelevisivo di studiare un
apposito strumento che potesse
efficacemente disciplinare la materia. In
data 4 giugno 2002, infatti, è stato
approvato e sottoscritto dalle
associazioni delle emittenti nazionali e
locali il Codice di autoregolamentazione
sulle televendite, che prevede sanzioni
nei confronti di coloro che lo violano».
- Signor
ministro, che cosa ne pensa del
fatto che Pagine Gialle
e Pagine Utili
continuino a stipulare contratti
con maghi e affini nonostante la
normativa vigente?
«Pagine
Gialle è pubblicità stampata. Non
ho il potere dintervenire, ma se il
messaggio è veramente ingannevole,
allora in questo caso è compito
dellAntitrust prendere
provvedimenti. Tra laltro, a questa
autorità può rivolgersi qualsiasi
cittadino».
- Il
Telefono Antiplagio solleva una
critica al suo operato, che è
questa: «Mentre nel 1994
Maurizio Gasparri, in qualità di
sottosegretario allInterno,
aveva emanato una circolare che
aggravava le sanzioni per i
ciarlatani, oggi, invece, in
veste di ministro delle
Comunicazioni ha sottoscritto un
codice di autoregolamentazione
per cartomanti e affini, di fatto
riconoscendoli»...
«Non è
così. Si tratta di un Codice di
autodisciplina elaborato e sottoscritto
dai rappresentanti delle emittenti
televisive nazionali e locali. Lho
sottoscritto perché è lunico
strumento diretto. E lo considero un
efficace deterrente».
- Qualcuno
propone linserimento del
"bollino rosso" durante
le telepromozioni
"magiche". Lei che cosa
ne pensa?
«È
quanto mai impensabile che
unemittente televisiva possa
segnalare nei suoi programmi illegalità
che stanno per andare in onda».
- Qual
è la sua opinione sulla proposta
di reinserimento nel Codice
penale del reato di plagio?
«La
televisione ha un grosso impatto sul
telespettatore, questo è fuori
discussione. Ma è alquanto problematico
stabilire chi possa essere a giudicare se
certe trasmissioni incorrano nel reato di
plagio. A questo punto, anche la
pubblicità potrebbe essere considerata
un plagio del telespettatore».
a.l.e l.sc.
|
|
|